ROMEO GIGLI SS26: “SEVERANCE”, LA BELLEZZA CHE NASCE DALLA FRATTURA

Per la Primavera-Estate 2026, Romeo Gigli, sotto la direzione creativa di Alessandro De Benedetti, firma una collezione intensa e intima, dove la fragilità diventa forza espressiva e l’abito si fa geografia emotiva. “Severance” è il titolo di una narrazione fatta di tagli, ricuciture simboliche, drappeggi sospesi e tessuti poetici. Una collezione che non nasconde la rottura, ma la sublima in rito e rinascita.
“Severance” prende forma da un’idea precisa: quella di una separazione interiore che si manifesta e si trasforma, attraverso l’abito, in una nuova bellezza. I capi evocano legami interrotti, tensioni non risolte, ma ancora presenti nella materia. I drappeggi si annodano in sete liquide, le organze si aprono in plissé irregolari, come memorie che vibrano sulla pelle. Le superfici ricamate in foglie di corda diventano mappe del corpo, mentre le strutture sartoriali svelano una precisione emozionale: crinoline nascoste, orli rimessi, volumi che sembrano “autoindossarsi”, come mossi da una vita propria. La palette cromatica è un paesaggio dell’anima, fatto di toni sussurrati come butter, dusty, coral cream, sky e ivory, alternati a accenni più vitali di red, yellow white e black. I colori non impongono, ma accompagnano, in un equilibrio raffinato di trasparenze e contrasti delicati.
I tessuti parlano la lingua del silenzio e della memoria: reed lace, voile in seta, canvas di juta, gauze, metal duchesse, fil coupé. Ogni superficie è una traccia, un sussurro, un messaggio segreto tra corpo e abito. Tra le proposte più iconiche della collezione: Dress Cloud Busting in voile di seta polvere, etereo e leggerissimo, avvolge il corpo come un pensiero in dissolvenza; Dress Willow in reed lace nera o avorio, ha una costruzione rituale che unisce forza e sacralità, con corpino a nido d’ape come seconda pelle; Dress Violante fluttuante, stratificato, disponibile anche in versione mini; con o senza crinoline, incarna il mistero della rinascita; Dress Electra una maxi-gonna in equilibrio tra architettura e onde, nei toni butter, coral cream, sky e yellow white; Dress Rosanthe: tagliato in sbieco, in voile arricciato, sospeso tra il non detto e il desiderato; Skirt Dress Memole abito-scultura in organza e gauze, definisce un confine tra sogno e struttura; Jacket Sofia Coppola: in canvas bianco e fil coupé, rende omaggio alla musa del cinema con eleganza androgina; Tailleur Crossedreinterpretazione fluida del potere femminile, in tonalità butter, black, coral cream; Shirt Bryan: camicie come pagine bianche in chiffon e cotone svizzero, da scrivere ogni giorno; Jacket Sahara: si scompone in due, in reed lace o stretch cotton, diventando gilet e micro top.
In “Severance”, Romeo Gigli non propone semplici capi, ma esperienze emotive da indossare.
Una collezione che non vuole definire la femminilità, ma evocarla in tutta la sua complessità: tra forza e fragilità, tra struttura e leggerezza, tra passato e visione.


